Il titolo di Capitale europea della Cultura viene assegnato ogni anno a due città europee diverse, appartenenti a due Stati membri dell'Unione Europea. L'obiettivo di questa iniziativa è proteggere e valorizzare la ricchezza e la diversità delle culture presenti in Europa, evidenziando le caratteristiche culturali comuni ai popoli europei e promuovendo il contributo della cultura allo sviluppo a lungo termine della città.
Questo titolo rappresenta un'opportunità eccezionale per la riqualificazione di un territorio e la rinascita del turismo locale. L'iniziativa è nata nel 1985 grazie all'allora Ministro greco della Cultura, Melina Mercouri.
Veszprém, Timișoara ed Eleusi sono le tre città detentrici del titolo per l'anno 2023.
Nel 2025, la capitale europea della cultura sarà transfrontaliera e coinvolgerà due città, una italiana (friulana per l’esattezza!) e l'altra slovena: Gorizia e Nova Gorica. Si tratta di due territori vicinissimi ma lontani, storicamente separati da un confine che oggi segna invece un cammino condiviso.
La storia di Gorizia come città divisa inizia nel 1947. In questa sede, si stabilì che il confine tra l’Italia e la Jugoslavia doveva correre proprio lungo la città, separando il centro storico, che rimaneva all’Italia, dalla stazione ferroviaria Transalpina e alle zone di periferia, che passavano invece sotto il controllo della Jugoslavia.Per dividere i due paesi, venne eretto quello che poi divenne celebre come “il muro di Gorizia“, una sorta di predecessore di quello di Berlino.
Per volere di Tito, poi, è stata costruita una città in Jugoslavia, Nova Gorica. Le frontiere resteranno completamente chiuse con una sola eccezione: domenica 13 agosto 1951, “la domenica delle scope”. In occasione dell’anno santo, infatti, Tito aveva deciso di concedere agli abitanti di Nova Gorica di incontrare i loro cari a Gorizia. Una fiumana di gente si ritrovò così a Casa Rossa, storico valico di confine, per rivedere i parenti. Centinaia di persone si riversarono in Italia per fare acquisti, per depositare risparmi in banca, o anche per assistere alla messa, impossibile in Jugoslavia.La sera fecero tutti ritorno oltre al muro, ma questa giornata è rimasta per anni nella memoria, a testimonianza della vicinanza tra i due popoli, nonostante per la geopolitica fossero in due blocchi separati.
L’apertura territoriale avviene gradualmente, a partire dal 1962, con la stipula degli Accordi di Udine. Il rapporto tra i due paesi ha subito la vera svolta nel 2004, quando la Slovenia entrò nell’Unione Europea, poi ancora nel 2007, quando aderì all’area Schengen e nel 2025 quando Gorizia e Nova Gorica diventeranno le Capitali Eurepee della Cultura.
Curiosità:
Questo titolo rappresenta un'opportunità eccezionale per la riqualificazione di un territorio e la rinascita del turismo locale. L'iniziativa è nata nel 1985 grazie all'allora Ministro greco della Cultura, Melina Mercouri.
Veszprém, Timișoara ed Eleusi sono le tre città detentrici del titolo per l'anno 2023.
Nel 2025, la capitale europea della cultura sarà transfrontaliera e coinvolgerà due città, una italiana (friulana per l’esattezza!) e l'altra slovena: Gorizia e Nova Gorica. Si tratta di due territori vicinissimi ma lontani, storicamente separati da un confine che oggi segna invece un cammino condiviso.
La storia di Gorizia come città divisa inizia nel 1947. In questa sede, si stabilì che il confine tra l’Italia e la Jugoslavia doveva correre proprio lungo la città, separando il centro storico, che rimaneva all’Italia, dalla stazione ferroviaria Transalpina e alle zone di periferia, che passavano invece sotto il controllo della Jugoslavia.Per dividere i due paesi, venne eretto quello che poi divenne celebre come “il muro di Gorizia“, una sorta di predecessore di quello di Berlino.
Per volere di Tito, poi, è stata costruita una città in Jugoslavia, Nova Gorica. Le frontiere resteranno completamente chiuse con una sola eccezione: domenica 13 agosto 1951, “la domenica delle scope”. In occasione dell’anno santo, infatti, Tito aveva deciso di concedere agli abitanti di Nova Gorica di incontrare i loro cari a Gorizia. Una fiumana di gente si ritrovò così a Casa Rossa, storico valico di confine, per rivedere i parenti. Centinaia di persone si riversarono in Italia per fare acquisti, per depositare risparmi in banca, o anche per assistere alla messa, impossibile in Jugoslavia.La sera fecero tutti ritorno oltre al muro, ma questa giornata è rimasta per anni nella memoria, a testimonianza della vicinanza tra i due popoli, nonostante per la geopolitica fossero in due blocchi separati.
L’apertura territoriale avviene gradualmente, a partire dal 1962, con la stipula degli Accordi di Udine. Il rapporto tra i due paesi ha subito la vera svolta nel 2004, quando la Slovenia entrò nell’Unione Europea, poi ancora nel 2007, quando aderì all’area Schengen e nel 2025 quando Gorizia e Nova Gorica diventeranno le Capitali Eurepee della Cultura.
Curiosità:
- Il motto dell’iniziativa è Go! Borderless, anche se nel momento in cui è stato presentato il Bid Book (il documento ufficiale della candidatura GO!25) erano appena stati ripristinati i confini a causa del lockdown per il Covid-19.
- Sono stati organizzati più di 600 eventi, tra cui spettacoli con clown, tornei di calcio, concerti di pianoforti sospesi sull’Isonzo…
- Uno degli obiettivi è la riqualificazione delle aree più degradate tramite progetti infrastrutturali. Tra i nostri preferiti il “Jungle Busket” ed il parcogiochi sul confine per incentivare la socializzazione tra i bambini delle due diverse nazionalità.