Tutto inizia con due giovani trentenni Australiani: Pete Ceglinski, designer di prodotto e costruttore di barche, e Andrew Turton, impiegato nel settore nautico.
I due amici condividevano la passione per la vita in barca a vela e per il surf, ma sempre più spesso le loro gite nella natura venivano disturbate da pezzi di plastica, mozziconi di sigaretta, cartacce galleggianti e macchie di gasolio.
I due inizialmente raccoglievano i rifiuti a mano, ma questa era una soluzione insufficiente. Fu allora che ebbero l'idea. "Se possiamo avere i cestini per la spazzatura sulla terra ferma, perché non possiamo averli anche nel mare?"
Nel 2017 il Seabin V5 viene lanciato sul mercato dopo tre anni di sperimentazioni in Europa e negli Stati Uniti.
Si tratta di un incrocio tra uno skimmer da piscina e un bidone della spazzatura, che viene installato raso acqua su delle strutture galleggianti o fisse, come dei pontili. La sua funzionalità si basa su una pompa capace di attirare i primi 10 mm di acqua superficiale nell'unità, dove il suo filtro è in grado si catturare plastiche, microplastiche e idrocarburi, per poi far scorrere all’esterno l’acqua risucchiata.
Da allora sono state vendute più di 6000 unità in 77 paesi differenti, tra cui l'Italia nel 2018, tramite il progetto LifeGate PlasticLess e Grado nel 2023.
Nel corso di questi anni i Seabin progettati per catturare la plastica galleggiante grazie all’azione dei venti e delle correnti hanno raccolto più di 84 mila chilogrammi di rifiuti, pari al peso di 5,6 milioni di bottigliette di plastica da 0,5 l.
A Grado il progetto nasce dalla collaborazione tra il Rotary Club Grado Monfalcone, la Lega Navale, il Comune di Grado e qualche sponsor tra cui l’Hotel Savoy.